THE FOLLOWING ARTICLE IS PUBLISHED IN ITALIAN
La formula
L'iscrizione riprende una formula di uso molto comune nel Periodo Tardo.
Essa recita:
"L'OSIRIDE, [nome del defunto] NATO DA [nome della madre]".
La pronuncia della formula è: "Wsir [...] ms n [...]"
NB: "ms-n" (ovvero "nato da") non specifica il genere del genitore, tuttavia nei testi degli ushabti è predominante l'uso del matronimico.
Il tipo di iscrizione verticale e la disposizione affiancata dei due gruppi "Wsir" e "sA mrf" fa pensare alla XXX dinastia.
Il titolo (il mestiere del defunto)
Sameref (sA mr=f) significa letteralmente "suo amorevole figlio" ed è un titolo attribuito ai sacerdoti legati alla necropoli di Heacleopolis Magna (Henet-Nesut in Egizio).
I sacerdoti Sameref erano legati ai riti funerari e, più precisamente, al rito dell'apertura della bocca, fondamentale per garantire al defunto la vita eterna.
Il nome del defunto
Il nome del defunto è Sematawytefnakht (sm3 t3w.j tfnx.t). Questo nome era presente in Egitto intorno al 330 AC (XXX dinastia). Inoltre, Sematawy (letteralmente "colui che unisce i due paesi" con riferimento all'Alto e al Basso Egitto) era una divinità locale venerata a Heracleopolis Magna: questo, insieme al titolo sacerdotale Sameref, lascia intendere che il defunto abbia vissuto qui.
Il nome della madre
Il nome della madre, riportato dopo "ms n" ("nato da"), è "t srt Iht".
Esso può essereletto come "Ta sheret Ihet" ed è l'abbreviazione di "ta-sheret-nt ta-Ihet" ovvero "la figlia di Ihet" (Ihet è una delle forme della dea Hator).
Si tratta di un nome femminile di utilizzo molto comune in età saitica (XXVI dinastia). Anche questo nome corrisponderebbe dunque con l'età stimata dell' ushabti.
Il nome del defunto è Sematawytefnakht (sm3 t3w.j tfnx.t). Questo nome era presente in Egitto intorno al 330 AC (XXX dinastia). Inoltre, Sematawy (letteralmente "colui che unisce i due paesi" con riferimento all'Alto e al Basso Egitto) era una divinità locale venerata a Heracleopolis Magna: questo, insieme al titolo sacerdotale Sameref, lascia intendere che il defunto abbia vissuto qui.
Il nome della madre
Il nome della madre, riportato dopo "ms n" ("nato da"), è "t srt Iht".
Esso può essereletto come "Ta sheret Ihet" ed è l'abbreviazione di "ta-sheret-nt ta-Ihet" ovvero "la figlia di Ihet" (Ihet è una delle forme della dea Hator).
Si tratta di un nome femminile di utilizzo molto comune in età saitica (XXVI dinastia). Anche questo nome corrisponderebbe dunque con l'età stimata dell' ushabti.
La formula finale
La formula finale recita "m3r-hrw". Per comprenderla bisogna richiamare il momento decisivo del giudizio del defunto prima dell'accesso all'aldilà: la psicostasia ossia la pesata del suo cuore con la piuma di Maat. Il defunto dichiarava infatti di non aver commesso una serie di peccati e se la bilancia rimaneva in perfetto equilibrio (il cuore era leggero quanto la piuma di Maat), il defunto veniva dichiarato "m3' hrw", letteralmente "giusto di voce", e acquisiva l'accesso alla vita eterna.
TESTO COMPLETO: Wsir sA-mrf sm-twj-tfnxt ms n t-srt-Iht m-hrw.
TRADUZIONE: L'Osiride, Sameref, Sematawytefankht nato da Ta sheret Ihet (la figlia di Ihet), giusto di voce.